5 novembre – 4 Chiacchiere con Sandro Dessì

Sandro Dessì è tornato alla LUTE per presentare il racconto di Grazia Deledda “Il dono di Natale” da lui illustrato in collaborazione con Viviana Faedda.
La novella, che dà il titolo all’omonima raccolta (1930), rievoca tempi antichi, profumi e sapori di tradizioni passate, valori comunitari condivisi. Emerge il tessuto sociale agro-pastorale nel quale la famiglia è il nucleo fondante della comunità, con le sue gerarchie, i suoi codici, i suoi gesti solidali e nel quale misere esistenze vivono sorrette da un sentimento profondamente religioso e piene di speranze per il futuro.
Dessì, affascinato dall’atmosfera natalizia che pervade il racconto e dal linguaggio magico-religioso con cui la scrittrice descrive ambiente e personaggi, dà corpo con le sue illustrazioni all’ attesa di qualcosa di meraviglioso e misterioso che deve accadere.
Allora anche noi vediamo il presepe: “un piccolo paese coperto di neve”

“l’altare adorno di rami di corbezzolo”; sentiamo il profumo del mirto e dell’alloro; vediamo i fratelli Lobina;
scopriamo il dono speciale arrivato a casa di Lia la notte di Natale: un canestro con un bimbo nuovo.
3-10-17-24 novembre – I mercoledì della salute.

Promuovere una vita sana, attiva, ricca di stimoli e aperta al rapporto con gli altri rientra fra le finalità della LUTE, pertanto, l’Associazione ha dedicato i mercoledì di novembre e dicembre alla salute, proponendo una serie d’incontri con vari specialisti di attività motorie (fisioterapista, personal trainer, esperti di “camminata consapevole”, maestri di yoga e di Tai chi) al fine di favorire un approccio al tema del Movimento rispondente ai bisogni di ciascuno.
Mangiare sano con un apporto bilanciato di nutrienti, camminare, muoversi all’aria aperta, fare sport fanno parte di uno stile di vita corretto.
Anche in età avanzata, afferma Pier Paolo Conti, si possono potenziare i muscoli con attrezzi ed esercizi mirati.
E allora … muoviamoci!

Ci siamo mossi con Francesca Pinna che ha presentato, insieme ai principi generali del Movimento correttivo, una serie di esercizi di “ginnastica dolce” coinvolgendo i presenti nell’esecuzione corretta di movimenti controllati e consapevoli; così, corpi rigidi, altri più flessibili e allenati hanno accompagnato con lo sguardo gesti morbidi, lenti, a volte incerti, seguendo il ritmo della respirazione.

Camminare deve essere un’azione consapevole, ricorda Riccardo Consigliere, che attiva mente e corpo e si rinforza con l’esercizio.
Mettere un piede dietro l’altro può sembrare un gioco da bambini, ma se si abbandona il gesto meccanico e si presta attenzione alla posizione, al movimento degli arti, all’equilibrio del proprio corpo nello spazio, camminare, seguendo una linea sul pavimento o muoversi su una superficie instabile, diventa arte da equilibristi.
E allora… Abbiamo camminato su linee d’infinito, sospeso la gamba su vuoti sconosciuti, poggiato il piede su pietre ballerine, spostato il baricentro nello spazio alla ricerca di un nuovo punto di equilibrio.
8 novembre – Laboratorio musicale
Dopo la lunga sosta per la pandemia, ha ripreso in presenza il corso “Didattica musicale & Coro, un approccio didattico alla musica e alle sue forme espressive sotto la direzione di Marinella Serra.
In battere e levare, tra un profluvio di note, toni, ritmi e partiture, restano voci sospese sul pentagramma nell’attesa di diventare polifonia nel coro.
9 novembre – Visita guidata alla mostra” Vittorio Accornero – Edina Altara. Gruppo di famiglia con immagini.
Visitare la prima mostra retrospettiva dedicata alla coppia Accornero-Altara, veri geni dell’Estetica Déco, è un’esperienza sensoriale ed evocativa che apre scorci di mondi lontani e caleidoscopici.
Moda, arte, architettura, teatro, design, vita mondana e letteratura sono i campi d’azione in cui i due artisti moltiplicano tecniche e competenze, passando da una forma all’altra delle arti applicate e in cui la loro attività si influenzano reciprocamente.
All’ingresso accoglie il visitatore un allestimento scenografico stupefacente che scatena emozioni, suggestioni e desideri.

Un caleidoscopio di colori e tessuti di leggerissima bellezza travolge e trasporta su prati di seta di fiori di campo
su boschi di funghi odorosi di muschio; poi, giù, in fondali marini di pesci e rossi coralli




Su un ottovolante di vertiginose discese, diligenze e velieri abbracciano desideri di fuga: promessa velata di viaggi sognati e di incontri inattesi.
E poi…
Spiare tra le ante socchiuse le orme del tempo, i segni lasciati da un Pierrot e dalla sua Danzatrice orientale

Sfiorare morbidi abiti di luce, e, in punta di piedi, sostare su ritratti di donne di un secolo andato: pagine d’incantata “Bellezza”!
Fuori, in attesa, la pioggia.
12novembre – 4 chiacchiere con il fantasma. Riccardo Laria presenta la sua raccolta di racconti “Spiriti Errabondi Cagliaritani Illustri 6”

Non fu un fuoco fatuo, ma un rogo vero quello in cui arse a Toledo, nel 1571, Sigismondo Arquer, condannato come eretico dal Tribunale della Santa Inquisizione.
Grazie alle ricerche minuziose di Riccardo Laria, medico, agopuntore e appassionato della Storia di Cagliari e della Sardegna, dalle ceneri della memoria riemerge la figura di Sigismondo Arquer, illustre Avvocato Fiscale che si oppose con intransigenza e grande spessore morale all’arroganza, agli “insaziabili appetiti”, ai “luridi traffici”, ai tentativi di corruzione dei nobili cagliaritani dell’epoca.

Non fu un fuoco fatuo, ma un rogo vero quello in cui arse a Toledo, nel 1571, Sigismondo Arquer, condannato come eretico dal Tribunale della Santa Inquisizione.
Attraverso una rappresentazione in forma di reading e un allestimento scenografico multimediale, Laria ripercorre la vicenda umana di Arquer, immaginando che il suo fantasma si aggiri nella casa e nel quartiere di Castello dove trascorse la sua breve vita.
Tra ruderi di antichi palazzi e blasonati portoni, in uno scarto temporale di due secoli, ma nel medesimo contesto spaziale, si incontrano e attraversano strade e vicoli gli “Spiriti errabondi” di Sigismondo Arquer e Don Pietro Sanna Lecca. Fantasmi che conservano memoria di vicende storiche e sentimenti forti che riemergono prepotentemente quando incontrano i nemici di un tempo,Salvatore Aymerich e Azore Zapata, proprio coloro che accusarono Sigismondo di eresia e lo fecero finire sul rogo.
Parole sprezzanti, accuse, risate di scherno vengono scambiate tra gli spiriti inquieti in un incalzante duello verbale.
Sigismondo Arquer c’è e ha battuto un colpo.
19 – novembre- 4 chiacchiere con Bastiana Madau – “Il piacere della lettura: dalle fiabe alla letteratura del mondo”.
La formazione del desiderio di lettura è un tema educativo complesso che pone mille interrogativi e che coinvolge il mondo degli adulti, la famiglia e la scuola, perché i libri sono un ponte per lo sviluppo cognitivo, emotivo e socio-affettivo del bambino.
Ne abbiamo parlato con Bastiana Madau, bibliotecaria, editor e animatrice culturale.

Perché leggere?
Per il piacere e il benessere che si prova esplorando altri mondi, vivendo altre storie, altre vite.
Per dilatare il tempo, perché il tempo dedicato alla lettura è presente ed è futuro.Perché la lettura, soprattutto per le persone anziane, ha un potere salvifico, è nutrimento, è “diga difensiva” contro la solitudine, lo spaesamento, la perdita di sé.
In che modo gli adulti possono contribuire alla formazione del desiderio di lettura di figli e nipoti?
Educandoli fin da piccoli con l’esempio e ricordando che la presenza di libri in casa non garantisce un futuro di lettori: “i libri sono foglie secche se non sono in movimento”, afferma Madau.
Le fiabe tradizionali, anche le più cruente, creano l’immaginario del bambino, che coraggiosamente esplora i regni della vita fantastica, e servono a dare un senso più profondo alle emozioni.


È grazie alla presenza dell’adulto che legge e con il quale c’è un rapporto affettivo e di fiducia che le immagini mentali sono governabili.
I libri sono compagni di viaggio. Molte storie ci aspettano lungo la strada, ma ogni storia vive se e quando è in grado di trovare una connessione emotiva con chi la legge.
16 e 23 novembre – “Architettura e Urbanistica di Nuoro Nuova. Da paese a città, analisi della trasformazione della Nuoro Littoria”.
Due appuntamenti illuminanti per conoscere la trasformazione del tessuto urbano della città, accompagnati dalla guida competente di Tonino Porcu (architetto, studioso della Storia locale, socio della LUTE).
Il nuovo status di capoluogo di provincia (1927) avrebbe dovuto comportare il passaggio di Nuoro da centro agro-pastorale (caratterizzato da tre agglomerati, fatti di case prevalentemente ad un piano, tra loro collegati dall’asse centrale della via Majore, lungo la quale sorgevano i palazzotti ottocenteschi della borghesia dei commerci, delle professioni e della rendita fondiaria parassitaria), a città dal volto riconoscibile per lo stile modernista dei suoi edifici pubblici, dei suoi ampi viali e dei suoi palazzi residenziali.
Il piano urbanistico ed edilizio doveva essere, nelle intenzioni progettuali, espressione tangibile della potenza del Regime e rispondere alla visione di una società ordinata secondo precise gerarchie.
Così non fu.
Con l’ausilio di vecchie planimetrie, mappe colorate , e documenti storici, Tonino Porcu ci racconta la storia di un piano urbanistico mai realizzato nel suo disegno complessivo, a cui hanno attinto fino ad anni recenti, spesso senza la visione pianificatoria che lo aveva originato, le Amministrazioni che si sono succedute nel Dopoguerra.
Nuoro cresce e si sviluppa, prima e durante il Ventennio, secondo la direttrice degli interessi dei proprietari fondiari (diventati investitori immobiliari), i quali orientano le scelte regolatorie del Regime.
Restano, quali esempi dell’architettura dell’epoca, alcuni edifici residenziali e diversi palazzi delle Istituzioni, memoria di una città a pianta stellare mai nata.
26 Novembre – Donazione e Trapianto di organi
Abnegazione ed empatia di chi dona, infinito sollievo e riconoscenza da chi riceve e sorride nuovamente alla vita che lentamente sfuggiva. Un rapporto fortemente emotivo tra entità che forse non si scopriranno mai reciprocamente; un gesto che tutti, potendo, dovremmo compiere.

Parole di umanità e di scienza abbiamo ascoltato, venerdì pomeriggio, dalle dott.sse. Ticca Pierina e Elena Zidda.
Riflessioni pacate su donazione e trapianti; sul dolore di chi resta e deve prendere una decisione tempestiva in un momento drammatico; sul rifiuto della realtà della morte ( perdita irreversibile di tutte le funzioni dell’ encefalo) che richiede il supporto empatico dei sanitari per sciogliere i dubbi e arrivare ad una donazione consapevole.
A piccoli passi, silenziosamente , siamo entrati nelle vite degli altri.
Abbiamo percorso con Corrado i sentieri del dubbio, dolore su dolore, per parole non dette da chi se n’ è andato.
Una vita che si spegne e altre che si accendono di speranza.
Come quella di Gigi che ritrova la vita ogni giorno, quando tutto sembrava perduto, per un gesto di generosità e si fa, oggi, testimone di donazione.
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